Cosa sapere prima di aprire un locale

Mettersi in proprio ed aprire un locale assieme ad alcuni amici o alla propria famiglia è un sogno per molte persone. Recentemente, però, tantissime attività hanno mostrato di non riuscire a superare il primo anno senza ritrovarsi piene di debiti e con una situazione molto precaria. Ciò è dovuto al fatto che in questo settore è presente una concorrenza ferocissima, costituita da locali storici che hanno costruito la propria fama nel corso degli anni.

Inserirsi nel mercato è difficile e altrettanto complesso è riuscire a spiccare e offrire qualcosa di nuovo, diverso, che sia appetibile per il pubblico verso il quale si intende rivolgersi.

Avere una clientela di riferimento

Il primo passo per aprire un’attività di successo è quello di aver le idee ben chiare riguardo la tipologia di clientela che si vorrà attirare, così da dirigere le proprie energie verso un marketing ed un’offerta mirata. Questa scelta deve essere influenzata anche dalla tipologia di persone che frequentano una determinata zona e dalle attività già presenti in loco.

Se l’area è ricca di posti molto in che attirano giovani molto più interessati all’apparenza che alla qualità delle bevande, si può pensare di proporre un luogo in cui il buon bere è al primo posto, con una vasta offerta di drink accompagnata da personale esperto. Allo stesso tempo, se l’area è frequentata da persone più adulte, interessate ad un locale tranquillo e familiare, un pub o una birreria potrebbero essere soluzioni più indicate.

Trovato il pubblico di riferimento e lo stile necessario a spiccare rispetto alla concorrenza è molto più semplice disegnare e creare gli ambienti interni ed esterni, in modo da attirare l’attenzione di potenziali acquirenti.

Apparenza e facciata

Non occorre offrire chissà quale arredamento di lusso, ciò che importa è che esso sia curato e profondamente in tema con quello che è lo stile scelto. Chi entra deve ritrovarsi in un posto unico, che sia riconoscibile e rimanga impresso. Chiaramente l’offerta di prodotti e servizi deve essere all’altezza delle aspettative e corredata di personale capace e cordiale. Servizi di questo tipo però si trovano ormai ovunque e ciò che fa la differenza è l’unicità.

Unicità che deve essere mostrata sia internamente, con arredi, illuminazione e decorazioni pensate ad hoc, che esternamente. Da fuori il locale deve essere riconoscibile anche da chiuso, capace di attirare e incuriosire. Uno dei modi migliori è quello di realizzare un’insegna ben in vista, che mostri con chiarezza ciò che si troverà all’interno. Un esempio possono essere quelle prodotte da www.insegnevarese.it, un’azienda specializzata proprio nella realizzazione di insegne per attività pubbliche e private.

Non tralasciare la componente social

Il mondo dei giovani si muove sulla linea dei social e se si punta a raggiungere tale pubblico occorre strizzare l’occhio anche a questa componente. Ciò può avvenire in due modi: direttamente o indirettamente. Il modo diretto è quello di creare e sponsorizzare un account dedicato alla struttura stessa. Questa strategia punta a far conoscere e creare una community di clienti fedeli, interessati magari ad eventi o iniziative particolari.

Il metodo indiretto è tale da portare i clienti stessi a condividere informazioni sul locale, tramite storie sui social, foto o in generale passaparola puro e semplice. Ciò può essere ottenuto realizzando piatti e drink dalla presentazione complessa o articolata, oppure creando all’interno del locale zone con un look particolare, giochi di luce e di specchi che rendono irresistibile lo scattarsi una foto.

Oltre a quanto visto c’è anche un’altra strada, da intraprendere quando si è già raccolta una certa clientela: la sponsorizzazione tramite piccole celebrità del luogo. Molte volte basta offrire da bere a tutto il tavolo in cambio di una piccola menzione o di un tag in una foto che potrebbe, potenzialmente, arrivare agli occhi di moltissimi loro follower. In questa maniera il pubblico si amplia enormemente, raggiungendo una vasta lista di potenziali nuovi clienti.

Praticare il carpfishing: tecniche e consigli

Sei un appassionato di pesca sportiva? Qui trovi tutto quello che devi sapere sul carpfishing, leggi il nostro articolo.

Se sei capitato in questo articolo sei sicuramente alla ricerca di informazioni più specifiche sul carpfishing. Probabilmente già conosci e pratichi la pesca sportiva ma vuoi concentrarti su questa particolare tecnica di pesca andando ad escludere tutte le altre. In questo articolo conoscerai tutte le maggiori informazioni sul carpfishing per iniziare questa nuova avventura.

Il carpfishing è una tecnica di pesca che rientra nelle tecniche di pesca sportiva. Questa tecnica di pesca è presentata con i vari prodotti sul sito www.pescasportsanpolo.it  ed è appositamente adatta per catturare le carpe di ogni dimensione. La sua particolarità principale è che il pescatore dopo aver catturato la sua preda la lascerà andare. Infatti il carpfishing si pratica unicamente per divertimento e con l’intenzione di non danneggiare l’animale in alcun modo riportandolo poi al suo habitat naturale. I pescatori infatti non collezionano pesci ma unicamente foto ricordo con i vari esemplari pescati. Per una sessione di pesca sportiva di carpfishing possono essere necessarie pochi giorni oppure settimane, tutto dipende da come vogliamo organizzarla. C’è infatti chi la vive come un hobby da seguire di tanto in tanto mentre chi la vive come una passione e organizza gruppi di pesca di carpfishing che possono durare anche una settimana.

Quando nasce il carpfishing

Non si sa precisamente quando nacque il carpfishing, i primi resti riscontrati di questo animale risalgono a milioni di anni fa. Possiamo dire che qui in Italia questa tecnica di pesca sportiva è arrivata tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80.

Da subito ha riscontrato un notevole successo soprattutto tra i giovani pescatori, che hanno scelto di praticarla lasciando da parte i classici e tradizionali metodi di pesca. Questo perché per poter praticare il carpfishing si ha bisogno di un’attrezzatura particolare che non ha niente a che vedere con l’attrezzatura per la pesca solita.

Quando praticare questo stile di pesca sportiva

Il carpfishing può essere praticato tutto l’anno senza alcuna preoccupazione, l’unico inconveniente in cui possiamo imbatterci è che di inverno le carpe tendono a nuotare meno per conservare il loro calore corporeo. Il periodo più adatto sono le mezze stagioni e quindi l’autunno e soprattutto la primavera. In primavera infatti c’è molto più affollamento di carpe che si spostano di parte in parte tra le acque dolci. Questo sport può essere praticato sia in zone private come laghetti per la pesca sportiva, che sono molto spesso artificiali e realizzati appositamente per gli appassionati di questo sport. Oppure nelle acque libere della nostra regione, basta informarci in quale zone è possibile trovare la carpa.

Ora conosci tutto quello che devi sapere su questo sport puoi perciò iniziare a divertirti ed acquistare la tua prima attrezzatura.

Aprire un’attività: come fare

Un intento nobile, una voglia ben giustificata. Da sempre, chiunque di noi, vuole provare nella sua vita ad aprire un’attività, una sua attività personale che coinvolga le sue passioni, i suoi hobby e trasformare tutto questo in lavoro. Ma la domanda che sorge è: come fare ad aprire un’attività?

La risposta alla domanda non è semplice. Innanzitutto si deve partire dal presupposto che per aprirne una è già necessario avere un piano di lavoro, il cosiddetto “business plan” che tenga conto e preveda di tutti gli investimenti che si ha intenzione di fare e soprattutto dei ricavi e dei benefici che ne potremmo trarre in termini economici e di guadagno.

In genere si può parlare di aprire un’attività sia in termini di “partita iva” come lavoro autonomo o ditta individuale, sia come “impresa” vera e propria. E’ molto importante poi saper rispettare e conoscere le giuste procedure e norme previste dalla legge, per questo motivo è consigliato un primo consulto con un commercialista che ci illustri il tutto e che ci dia un quadro generale e complessivo delle possibilità e di eventuali o specifiche agevolazioni previste, sempre dalla legge, per le nuove attività .

Ad ogni modo, qualunque forma, qualunque tipologia di attività, si decida, sarà necessario per forza aprire una partita iva poiché l’attività economica può consistere in un’attività commerciale, un’attività produttiva, di fornitura servizi o professionale e il loro avvio iniziale richiede tempi sufficienti per poter organizzare il lavoro, sostenere gli investimenti iniziali, creare una clientela, selezionare i fornitori migliori e molto altro ancora.

Durante questi periodi è molto probabile, anzi sicuro, che l’attività subisca degli enormi costi e che questi superino il ricavo.

Di conseguenza, in questi casi, è quasi sempre opportuno cercare finanziamenti, prestiti di denaro presso istituti di credito. Addirittura in alcuni casi il neoimprenditore potrà beneficiare di un certo “know-how” che è stato maturato da un’organizzazione già esistente riducendo quindi il pericolo di scarsità di informazioni e il tempo necessario per far entrare in regime i processi della nuova attività.

Seguendo questi consigli e queste tattiche, il neoimprenditore sarà agevolato nel lungo percorso che lo vedrà impegnarsi per portare ad alti livelli la sua attività, qualunque essa sia, cercando di trarne il massimo dei benefici e di guadagnare il più possibile, perché quello è l’obiettivo di una qualsivoglia impresa che si rispetti e la crescita economica è sempre la tappa primaria di questo tipo di attività.

Per l’imprenditore inoltre non esisterà mezzo più semplice dell’azienda per poter far fruttare la sua impresa. Una specie di rapporto basato sul reciproco dare e ricevere che serve a portare benefici ad entrambi.

Aprire un’attività comporta in buona sostanza sacrifici e un grande dispendio di denaro. Gli enti pubblici possono aiutare e finanziare ma solo fino a un certo punto. Le grosse imprese nascono solo se vige il rispetto delle norme di legge e solo se si sa organizzare come si deve il lavoro e se si ha una buona progettualità in mente.

Aprire una lavanderia a gettone: non facciamolo da soli

Se c’è un dato evidente anche a chi di finanza non se ne intende in modo eccezionale, è che questi ultimi anni non sono stati clementi con il settore. Da una parte, abbiamo gli investimenti classificati come specificamente rischiosi, che possono anche fruttare in modo soddisfacente, ma al prezzo di una possibilità di perdite troppo elevata; e dall’altra, gli investimenti a basso rischio o perfino sicuri come quelli obbligazionari, che in effetti non fanno temere perdite ma disgraziatamente offrono interessi tanto bassi da renderli di frequente assolutamente improponibili.

Andando quindi a scemare l’interesse del pubblico medio per l’investimento di tipo finanziario, com’era ovvio e immaginabile si sono fatte strada altre metodologie d’investimento per far rendere i propri capitali, anche se ridotti: fra queste, ha avuto particolare e crescente successo l’apertura di piccole attività self-service, che una volta sostenute le normali spese di avviamento generano i propri profitti senza esigenze di tempo personale né di dipendenti, proprio come un investimento finanziario.

Fra queste risultano particolarmente di successo le lavanderie a gettone.Tale attività ha infatti dei vantaggi peculiari in confronto a molte alte tipologie di self-service che è possibile trovare sul mercato. Innanzitutto offre un beneficio che, per una categoria molto ampia (e in effetti in crescita) di persone, le quali non hanno lo spazio o il motivo di installare nel loro appartamento una lavatrice (pensiamo a studenti fuori sede, single, e stranieri), è non solamente comodo, ma di fatto essenziale; secondariamente, prevede dei costi al cliente indubbiamente bassi per il servizio che fornisce, dato che per pochi euro permette di lavare e asciugare il proprio bucato con macchine professionali, molto superiori a qualunque modello sia generalmente possibile trovare negli appartamenti privati; e in terzo luogo, basandosi su un corrispettivo contestuale al servizio – la macchina non parte senza il gettone! – elimina alla fonte ogni e qualsiasi immaginabile rischio di insoluto, difficoltà così assillante e pesante per molte altre categorie di attività.

Evidentemente, questo non deve far pensare che le lavanderie a gettone siano un investimento in qualsiasi misura perfetto o esente dai rischi che sono connaturati all’apertura di una qualsiasi attività: al contrario, proprio perché vengono di frequente aperte da persone senza una previa esperienza nel settore specifico – o, a dirla tutta, nell’imprenditoria in generale – richiedono un’attenzione del tutto speciale per evitare errori iniziali che potrebbero comprometterne le rendite future.

Ecco ad esempio tre consigli degli esperti:

1- evitare i franchising: se in altri settori appartenere ad una catena di grande diffusione ha delle ricadute positive in termini di immagine e quindi nell’attirare la clientela, questo non vale per le lavanderie self-service, nelle quali non esiste un marchio che sia generalmente di grande richiamo per il pubblico. Meglio quindi risparmiare i costi delle royalty di appartenenza, che sarebbero sprecati;

2- selezionare attentamente la location: particolarmente al momento dell’apertura, disporre di un parcheggio agevole e essere esposti su di una via di grande passaggio sono vantaggi di valore enorme. Il grande passaggio rende facile farsi notare e conoscere, e il posteggio elimina una delle possibili preoccupazioni dei potenziali clienti;

3- selezionare i macchinari e il manutentore con grande diligenza: in un servizio come questo, la qualità è essenziale, e possono offrirla solo macchine di eccellente livello; e analogamente, un fermo macchina è una perdita secca di immagine e di profitto, e servono manutentori che intervengano e risolvano rapidamente, come solo una società specializzata può promettere.

Questi tre consigli sono solamente i più semplici fra i molti che possono assistere un imprenditore ad aprire una lavanderia. Per ottenere la guida di veri esperti che possono evitarti errori e assicurare la buona riuscita dell’impresa, prova a contattare Drytech, da oltre 20 anni opera nel campo delle lavanderie self service.

Cambiare tutto: aprire una yogurteria

Non solo da bambini, ma anche quando siamo ormai adulti, se ci concediamo di sognare daremo risposte molto diverse alla domanda fatidica“cosa vuoi fare da grande?” Per alcuni fra di noi lavorare è solidità, una scrivania, fogli e numeri: nulla li rende più felici che essere impiegati in qualche azienda, o banca.

Altri preferiscono il lavoro manuale, i macchinari di una industria pesante, e per loro non c’è nulla di meglio che diventare operai e maneggiare quei grandi congegni. Per altri tutta la gratificazione sta nel negoziare con la gente, argomentare di prezzi e forniture, trovare le soluzioni, e passare ore in macchina per andare all’avventura di un nuovo appuntamento: il loro sogno è fare l’agente di commercio.

Altri ancora amano la quiete di un lavoro più lento e preciso, pieno di competenza e perfino di passione, come quello che si svolge in un laboratorio artigiano. E ci sono anche persone a cui piacerebbe, per finire, un lavoro che permettesse di fondere il conforto di fare, di creare con le proprie mani, e una situazione di forte contatto con il pubblico, senza scordare delle valide opportunità di guadagno: e per queste persone si è aperta di recente la possibilità, con investimenti ragionati, di aprire una yogurteria (es. www.aprirelagelateria.com) o una gelateria, come sta diventando una moda (con grandi prospettive di espansione) fare.

Il gelato e lo yogurt freddo infatti sembrano proprio avere sempre spazio per un nuovo locale nel loro mercato: forse perché il prodotto l’abbiamo di fatto inventato noi, sembriamo esserne tanto ghiotti che è difficile concepire una gelateria senza clienti.

In effetti, immaginiamo anche una semplicissima passeggiata estiva la sera, dopo cena, magari con i nostri bambini: c’è passaggio più naturale, verrebbe quasi da dire più necessario, di quello alla gelateria per un bel cono fresco? E nuovamente: se arrivano amici per una cena inaspettata, e non c’è tempo di preparare un dessert, dove si corre per avere un buon dolce da offrire, di sicuro effetto? Ma ancora in gelateria, per una vaschetta di gelato o una torta. E per finire, ad ogni inaugurazione di una nuova gelateria, quante volte capita di non vedere nessuno? Mai, ovviamente: per uno spuntino così piacevole, comodo, e veloce, c’è sempre una folla pronta a trovare dieci minuti.

Va riconosciuto, in effetti, che abbiamo molti meno esempi di Yogurterie, nelle nostre piazze e nelle nostre strade: ma questo è un indizio promettente, piuttosto che il contrario, visto che indica una competizione inferiore. Inoltre stiamo parlando in questo caso di un prodotto un po’ più di nicchia, che negli Stati Uniti ha dimostrato grandissimo successo e anche qui sembra davvero avere un appeal presso i giovani che potrebbe celermente dargli, in quella fascia di mercato, una espansione equiparabile a quella del gelato classico. E non dimentichiamo che si tratta di un’attività con grandi vantaggi: il primo, un’alta marginalità, che permette di applicare prezzi interessanti pur mantenendo bassi i costi delle materie prime; il secondo, un contatto quotidiano e assiduo con la gente, che fa di qualsiasi lavoro un’attività più affascinante e varia e protegge, sicuramente, dal rischio della noia. E per finire, è un lavoro che garantisce un’enorme soddisfazione: quella, ormai disgraziatamente sempre più rara, di fare qualcosa con le proprie mani.