Rimedi efficaci contro la stitichezza: soluzioni naturali e consigli per il benessere

La stitichezza, altresì nota come stipsi, è un'espressione con la quale ci si riferisce alla bassa frequenza di evacuazione o, più generalmente, alla difficoltà nell'andare di corpo, il tutto accompagnato da dolore e sensazione di non essersi completamente liberati.
Purtroppo, si tratta di una condizione piuttosto fastidiosa che può manifestarsi per un breve lasso di tempo o persistere per un periodo variabile: in questo secondo caso, si parla di stitichezza cronica.
Generalmente, evacuare in modo normale si traduce nel farlo dalle 3 volte al giorno alle 2 o 3 volte a settimana; nel caso in cui la frequenza dovesse essere minore, si parla di stipsi.

Alla luce di una breve panoramica di ciò che si intende per stitichezza, quali sono alcune soluzioni naturali e consigli per contrastare questa fastidiosa condizione e aiutare l'evacuazione?
Per spiegarlo, analizziamo innanzitutto le cause della stitichezza e alcuni fattori di rischio che incrementano la possibilità di incorrere in questa problematica!

Stitichezza: le cause

In linea generale, tra le cause che provocano la stitichezza si annoverano 2 aspetti cruciali: il transito rallentato del materiale fecale nell'ambiente intestinale e la difficoltà nell'espulsione delle feci prodotte dal processo di digestione.
Il primo ha a che fare con la capacità intestinale di spostare il materiale fecale mediante delle contrazioni della muscolatura liscia e dei movimenti peristaltici che, in modo del tutto involontario, l'intestino opera quotidianamente.

Si tratta di movimenti regolati dal sistema nervoso enterico collegato a doppio filo con il cervello in modo da garantire un certo equilibrio intestinale; è proprio l'assenza di quest'ultimo, infatti, a generare difficoltà nell'evacuazione, fenomeno che può verificarsi a causa di errate abitudini alimentari, patologie, assunzione di farmaci, stress, modifiche della flora batterica intestinale o della routine quotidiana.
In casi ben più rari, la stitichezza potrebbe essere causata dal malfunzionamento della muscolatura intestinale o dalla formazione di feci più dure in grado di raggrupparsi creando un tappo.
A fronte di quanto detto, quali sono i rimedi migliori per contrastare la stitichezza?

Il ruolo dei farmaci lassativi

In alcuni casi, a concorrere nella bassa frequenza di evacuazione potrebbe esserci l'uso smodato di prodotti lassativi, farmaci che sulla carta dovrebbero aiutare il paziente a favorire l'espulsione delle feci ma che potrebbero creare una sorta di dipendenza nell'individuo, generando di fatto l'effetto contrario a quello proposto.
Per questo, è fondamentale ricorrere a tali farmaci solo dopo il consulto medico necessario a comprendere a quale tipologia di lassativo ricorrere ove ce ne sia la necessità.
Ad esempio, degli ottimi rimedi contro la stitichezza sono i lassativi ammassanti, come la crusca o lo psillio, agenti che vengono digeriti facilmente dal tratto gastrointestinale e che aumentano la massa fecale, stimolandone il transito intestinale.

Inoltre, anche i lassativi osmotici possono essere degli ottimi alleati contro la stitichezza: alcuni dei più efficaci sono composti da sali minerali come il magnesio cloruro, da polimeri come il macrogol o da zuccheri come il lattulosio.
Si tratta di sostanze che fungono da esche per l'acqua, la quale si riversa nell'intestino aumentando il volume delle feci e ammorbidendole, favorendo così l'evacuazione.
Infine, sono da menzionare anche i lassativi emollienti, oli o miscele assumibili per via orale o sotto forma di clisteri di glicerina o di miele che ammorbidiscono le feci.
Oltre ai rimedi farmacologici, esistono anche delle soluzioni del tutto naturali per far fronte alla stitichezza: quali?

Rimedi naturali contro la stitichezza

In assenza di problematiche all'apparato gastrointestinale, un modo decisamente ottimo per contrastare la stipsi è modificare il proprio stile di vita, le proprie abitudini e la propria alimentazione.
Ad esempio, assumere circa 30 grammi al giorno di fibre consumando frutta e verdura, cereali integrali e legumi, equilibra l'alimentazione contribuendo al miglioramento della salute intestinale e regolarizzando il processo di evacuazione.
Inoltre, un ruolo cruciale lo ricopre anche l'idratazione: la massa fecale ha la necessità di essere idratata per avere la consistenza corretta.
Per questo, è importante bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, evitando di consumare bevande zuccherate, caffeina o alcolici che generano l'effetto contrario.

La sedentarietà è una grandissima alleata della stipsi, mentre l'attività fisica stimola l'intestino e il processo di eliminazione delle feci; per questo, rispettare una routine di esercizio fisico regolare ha la sua grande importanza.
La flora batterica intestinale, inoltre, ha bisogno di essere curata poiché responsabile della regolarità nell'evacuare; in questo senso, è saggio assumere integratori di fermenti lattici probiotici o mangiare alimenti ricchi di tali sostanze, come lo yogurt o il kefir.
Infine, è cruciale assecondare lo stimolo quando arriva: nel lungo periodo, è ovviamente normale regolare il proprio intestino a seconda di orari comodi, ma nei primi tempi è cruciale non trattenersi ma rispettare i segnali che il proprio organismo invia.

Insomma, la stitichezza è un disturbo che si può combattere e vincere seguendo questi ed altri accorgimenti pratici, per un benessere duraturo del proprio intestino!

Salute mentale, affrontare le sfide del benessere psicologico nella società contemporanea

Il panorama della salute mentale è un argomento molto ampio che fa parte del benessere generale di ogni persona. Non è possibile, quindi, considerarla esclusivamente una patologia o una problematica di qualsiasi genere.

Avere una buona salute mentale vuol dire riuscire a ottenere un equilibrio interiore che consente di sfruttare ogni singola risorsa cognitiva, emotiva, fisica e sociale che si possiede. Tutto questo per riuscire ad affrontare, in caso di necessità, le diverse sfide che caratterizzano la vita.

Nella società contemporanea non viviamo più una divisione tra mente e corpo. Ecco perché la salute della mente non va considerata soltanto come benessere psicologico, ma si riferisce a quello globale di ogni individuo.

Prendersi cura della mente, quindi, significa occuparsi, allo stesso tempo, del corpo.

L'importanza di affrontare il tema della salute mentale nella società contemporanea

Molto spesso, le persone colpite da sofferenza mentale vivono in uno stato di paura, di pregiudizio, di vergogna, tutti elementi che portano a posticipare la richiesta di aiuto e l'accesso alle cura di specialisti.

Tra i sintomi più frequenti bisogna citare lo stress, l'insonnia, la depressione, l'ansia, fattori che possono nascere a causa di uno o più episodi traumatici (malattie, perdita di persone care, problemi relazionali, ecc.).

La storia personale dell'influenza, quindi, le reazioni di una persona, così come determinanti sono gli aspetti biologici e il contesto specifico in cui si vive.

Il più delle volte si cade nell'errore di pensare di riuscire a superare tale problematica da soli, per paura di chiedere l'aiuto di un professionista. Questa scelta può portare a un aggravarsi della salute mentale e alla cronicizzazione dei sintomi.

Quest'ultimi, se ignorati, nel corso del tempo possono causare un peggioramento della qualità della vita quotidiana. Soprattutto nella società odierna è necessario oltrepassare le barriere del pregiudizio e trovare il coraggio per farsi aiutare.

Ecco i fattori principali che possono influenzare sulla salute della mente

Nella società contemporanea, la salute mentale può essere influenzata da vari fattori, sia esterni che interni. Tra quelli maggiormente degni di nota ci sono l'ambiente fisico, le esperienze di vita individuali, la genetica e le relazioni interpersonali.

A questi, bisogna aggiungere tutti quegli elementi preponderanti nella nostra era, ovvero: esclusione sociale, difficoltà economiche, casi di violenza domestica e problematiche legate al sonno.

Si tratta di situazioni che possono provocare o accrescere i disturbi mentali.

Cosa permette di migliorare la salute della mente?

Il primo passo per prevenire problematiche legate alla salute mentale è quello di essere consapevoli delle esigenze della propria psiche.

mantenere una buona salute mentale è un processo che richiede tanta attenzione e una cura costante. È necessario, quindi, fare delle scelte di vita specifiche come, ad esempio: seguire uno stile di vita sano adottando un'alimentazione equilibrata e praticando in modo regolare sport; gestire lo stress attraverso specifiche tecniche quali lo yoga o la meditazione; dormire bene; creare delle relazioni sociali di qualità; apprendere continuamente nuove informazioni.

Ma in che modo questi aspetti hanno un impatto positivo sulla qualità del benessere mentale. Uno stile di vita sano, caratterizzato da attività fisica regolare, dieta equilibrata e riposo sufficiente aiuta a diminuire il livello di stress e apporta significativi miglioramenti all'umore generale.

In particolare, molto efficace è la consapevolezza, pratica che aiuta a conoscersi meglio e ad avere una maggiore consapevolezza di se stessi. Rilassarsi e dedicarsi del tempo vuol dire riuscire a mantenere un equilibrio mentale sano.

Infine, è determinante ricordare che richiedere un aiuto non significa mostrare debolezza, ma al contrario è un atto di forza. Quando si affrontano sfide che riguardano la salute mentale, parlare con uno specialista è il primo passo verso la guarigione.

Salute mentale: affrontare le sfide del benessere psicologico nella società contemporanea

Il panorama della salute mentale è un argomento molto ampio che fa parte del benessere generale di ogni persona. Non è possibile, quindi, considerarla esclusivamente una patologia o una problematica di qualsiasi genere.

Avere una buona salute mentale vuol dire riuscire a ottenere un equilibrio interiore che consente di sfruttare ogni singola risorsa cognitiva, emotiva, fisica e sociale che si possiede. Tutto questo per riuscire ad affrontare, in caso di necessità, le diverse sfide che caratterizzano la vita.

Nella società contemporanea non viviamo più una divisione tra mente e corpo. Ecco perché la salute della mente non va considerata soltanto come benessere psicologico, ma si riferisce a quello globale di ogni individuo.

Prendersi cura della mente, quindi, significa occuparsi, allo stesso tempo, del corpo.

L'importanza di affrontare il tema della salute mentale nella società contemporanea

Molto spesso, le persone colpite da sofferenza mentale vivono in uno stato di paura, di pregiudizio, di vergogna, tutti elementi che portano a posticipare la richiesta di aiuto e l'accesso alle cura di specialisti.

Tra i sintomi più frequenti bisogna citare lo stress, l'insonnia, la depressione, l'ansia, fattori che possono nascere a causa di uno o più episodi traumatici (malattie, perdita di persone care, problemi relazionali, ecc.).

La storia personale dell'influenza, quindi, le reazioni di una persona, così come determinanti sono gli aspetti biologici e il contesto specifico in cui si vive.

Il più delle volte si cade nell'errore di pensare di riuscire a superare tale problematica da soli, per paura di chiedere l'aiuto di un professionista. Questa scelta può portare a un aggravarsi della salute mentale e alla cronicizzazione dei sintomi.

Quest'ultimi, se ignorati, nel corso del tempo possono causare un peggioramento della qualità della vita quotidiana. Soprattutto nella società odierna è necessario oltrepassare le barriere del pregiudizio e trovare il coraggio per farsi aiutare.

Ecco i fattori principali che possono influenzare sulla salute della mente

Nella società contemporanea, la salute mentale può essere influenzata da vari fattori, sia esterni che interni. Tra quelli maggiormente degni di nota ci sono l'ambiente fisico, le esperienze di vita individuali, la genetica e le relazioni interpersonali.

A questi, bisogna aggiungere tutti quegli elementi preponderanti nella nostra era, ovvero: esclusione sociale, difficoltà economiche, casi di violenza domestica e problematiche legate al sonno.

Si tratta di situazioni che possono provocare o accrescere i disturbi mentali.

Cosa permette di migliorare la salute della mente?

Il primo passo per prevenire problematiche legate alla salute mentale è quello di essere consapevoli delle esigenze della propria psiche.

mantenere una buona salute mentale è un processo che richiede tanta attenzione e una cura costante. È necessario, quindi, fare delle scelte di vita specifiche come, ad esempio: seguire uno stile di vita sano adottando un'alimentazione equilibrata e praticando in modo regolare sport; gestire lo stress attraverso specifiche tecniche quali lo yoga o la meditazione; dormire bene; creare delle relazioni sociali di qualità; apprendere continuamente nuove informazioni.

Ma in che modo questi aspetti hanno un impatto positivo sulla qualità del benessere mentale. Uno stile di vita sano, caratterizzato da attività fisica regolare, dieta equilibrata e riposo sufficiente aiuta a diminuire il livello di stress e apporta significativi miglioramenti all'umore generale.

In particolare, molto efficace è la consapevolezza, pratica che aiuta a conoscersi meglio e ad avere una maggiore consapevolezza di se stessi. Rilassarsi e dedicarsi del tempo vuol dire riuscire a mantenere un equilibrio mentale sano.

Infine, è determinante ricordare che richiedere un aiuto non significa mostrare debolezza, ma al contrario è un atto di forza. Quando si affrontano sfide che riguardano la salute mentale, parlare con uno specialista è il primo passo verso la guarigione.

Integratori alimentari naturali: tra scienza e tradizione erboristica

Negli ultimi anni, l'interesse verso gli integratori alimentari naturali ha registrato una crescita esponenziale, segnando una tendenza verso l'integrazione tra le innovazioni della scienza moderna e la profonda saggezza derivante dalla tradizione erboristica secolare. Questo crescente entusiasmo riflette la volontà delle persone di trovare soluzioni naturali e salutari per migliorare il proprio benessere generale, sfruttando il meglio di entrambi i mondi.

Tuttavia, affrontare questo vasto mercato richiede una navigazione informata, con una solida comprensione sia delle fondamenta scientifiche che sostengono l'efficacia di questi integratori, sia del patrimonio di conoscenza che caratterizza le pratiche erboristiche tradizionali. Questo approccio bilanciato assicura che gli individui possano fare scelte consapevoli, optando per prodotti che non solo promettono benefici salutari ma sono anche radicati in una valida base di conoscenza e ricerca.

La scienza degli integratori alimentari naturali

Nell'ambito moderno della salute e del benessere, il contributo della scienza è fondamentale per garantire lo sviluppo sicuro e l'efficacia degli integratori alimentari. Mediante studi clinici dettagliati e un'approfondita ricerca scientifica, i ricercatori si impegnano incessantemente per confermare sia l'efficacia che la sicurezza di questi prodotti. Ciò assicura che gli integratori apportino benefici tangibili alla salute degli utenti, minimizzando il rischio di reazioni avverse.

Inoltre, un quadro regolamentare dettagliato e specifico governa il settore degli integratori, imponendo standard elevati per la qualità e la purezza dei prodotti immessi sul mercato. Queste normative sono progettate per proteggere i consumatori, fornendo loro le informazioni necessarie per fare scelte informate e sicure. La presenza di tali meccanismi di controllo sottolinea l'importanza di un approccio basato su prove concrete nella scelta degli integratori alimentari, rafforzando la fiducia dei consumatori nella qualità e nell'efficacia dei prodotti che scelgono per il proprio benessere.

La tradizione erboristica nell'uso degli integratori

La storia della erboristeria e del benessere dell’uomo, con le sue radici profondamente ancorate nella virtù umana, offre un vasto repertorio di conoscenze sul potenziale curativo delle piante. Questa antica pratica, tramandata attraverso generazioni, costituisce una preziosa eredità di sapienza sulla natura e sulla sua capacità di fornire soluzioni salutari. Nella moderna ricerca di benessere, la tradizione erboristica si presenta come un tesoro inestimabile, arricchendo il mondo degli integratori alimentari con ingredienti naturali che hanno dimostrato, nel corso dei secoli, la loro efficacia nel promuovere la salute e prevenire malattie.

Questo ponte tra passato e presente non è solo un omaggio alla conoscenza ancestrale, ma anche una testimonianza della sua rilevanza continua. Integrando la saggezza tradizionale con le metodologie scientifiche attuali, gli integratori alimentari naturali rappresentano un connubio ideale di storia, cultura e scienza, offrendo agli individui opzioni salutari radicate in un profondo rispetto per la natura e le sue proprietà curative.

Integratori alimentari: punto di incontro tra scienza e tradizione

Numerosi integratori alimentari sul mercato oggi rappresentano un felice incontro tra l'efficacia dimostrata dalla scienza moderna e le virtù che l'uso tradizionale delle piante ha riconosciuto per secoli. Questi prodotti si ergono come testimoni di una sintesi perfetta, dove il progresso scientifico e il rispetto profondo per i doni della natura si fondono per creare soluzioni innovative per il benessere. Questi integratori non sono semplici novità; sono il risultato di una lunga storia di interazione umana con il mondo naturale, arricchita da secoli di esperienza e osservazione.

Il lavoro congiunto di esperti di fitoterapia e scienziati ha permesso di sfruttare questa eredità, aprendo nuove strade nella ricerca di una salute ottimale attraverso mezzi naturali. Questo approccio integrato non solo valorizza le conoscenze tradizionali ma incoraggia anche lo sviluppo di prodotti che rispondono ai criteri di sicurezza e efficacia richiesti dalla scienza contemporanea, portando a innovazioni che beneficiano l'umanità mantenendo un legame con il suo patrimonio naturale.

Considerazioni pratiche sul loro utilizzo

La scelta degli integratori alimentari merita un'attenzione scrupolosa e informata, data la vastità e la diversità del mercato. È cruciale optare per prodotti che non soltanto promettano efficacia ma che siano anche sicuri per il consumo a lungo termine. La preferenza dovrebbe cadere su quelli supportati da robuste evidenze scientifiche e convalidati da enti regolatori competenti, in quanto questo garantisce una certa affidabilità e sicurezza. Integrare questi prodotti nella propria dieta non è una decisione da prendere alla leggera; richiede una comprensione approfondita del proprio stato di salute generale e degli obiettivi specifici che si desidera raggiungere.

Inoltre, la consulenza di un professionista del settore può fornire una guida preziosa, assicurando che l'aggiunta di integratori al regime alimentare quotidiano sia appropriata e personalizzata alle proprie esigenze. Questo approccio attento e considerato assicura non solo il raggiungimento di benefici ottimali ma anche la prevenzione di potenziali rischi o interazioni negative con altri farmaci o condizioni preesistenti.

Dunque, l'approccio agli integratori alimentari naturali richiede una visione equilibrata che valorizzi sia le scoperte scientifiche che il patrimonio della tradizione erboristica. In questo campo, la conoscenza è potere: informarsi adeguatamente, scegliere prodotti di qualità e adottare uno stile di vita sano sono i pilastri per trarre il massimo beneficio da ciò che la natura e la scienza hanno da offrire.

Sudorazione notturna, quali sono le cause

La sudorazione notturna è un evento fastidioso che può causare conseguenze a lungo termine in quanto compromette la qualità del sonno. Dal punto di vista clinico, al netto di eventuali patologie, è possibile fare ben poco. Discorso diverso per le condizioni di contorno, che possono compensare una eccessiva sudorazione notturna e in alcuni casi persino scongiurarla.

Ne parliamo qua, fornendo una panoramica del fenomeno e offrendo qualche consiglio per farvi fronte, con esplicito riferimento ai più piccoli che, come vedremo, ne soffrono più spesso.

Perché la sudorazione notturna

La sudorazione è un meccanismo fondamentale per l’essere umano. E’ infatti lo strumento principale della termoregolazione: quando l’organismo rischia di surriscaldarsi, le ghiandole sudoripare secernono sudore, che altro non è che acqua mista a sali minerali. In questo modo, la superficie del corpo viene raffreddata, e ciò genera un effetto anche internamente.

Ovviamente, si suda quando fa caldo, questa è una banalità. Ma la sudorazione può scattare anche in casi meno ordinari, come gli episodi di stress acuto e la presenza di determinate patologie. Può scattare anche quando il sistema di termoregolazione è fisiologicamente poco efficiente. E’ il caso dei bambini, soprattutto in età prescolare. Le ghiandole sudoripare sono meno efficienti che negli adulti, e quindi può capitare di assistere a eventi di sudorazione intensa. Ciò capita soprattutto durante le ore notturne.

Certo, si segnalano anche cause patologiche o semi-patologiche. Il riferimento è al pavor nocturnus, una sindrome che causa risvegli frequenti, sono estremamente agitati e momenti di veglia caratterizzati da sentimenti di paura e ansia intensa. Tutte condizioni che innescano la sudorazione.

Ovviamente, a incidere è anche una cattiva predisposizione della camera da letto. Se è poco areata e caratterizzata da una temperatura troppo elevata, il rischio di andare incontro a sudorazione intensa aumenta. Anche le lenzuola, il materasso, i vestiti e la biancheria possono favorire la sudorazione. Ciò capita quando i tessuti sono poco traspiranti, e causano quindi un aumento della temperatura corporea.

Come sconfiggere la sudorazione notturna

Il primo consiglio da seguire è indagare la presenza di eventuali cause patologiche. Se la sudorazione notturna è davvero eccessiva, e mette a repentaglio non solo la sua qualità del sonno ma anche la stessa possibilità di dormire, allora potrebbe agire in sottotraccia un fattore patologico. La questione assume una importanza particolare soprattutto per i bambini, che hanno bisogno di molto sonno e di qualità, e che purtroppo vanno spesso incontro a episodi di sudorazione notturna.

Una volta escluse le cause patologiche, è necessario agire sull’esistente, ovvero sulle condizioni della camera da letto. Vale la pena installare condizionatori e ventilatori? Dipende: potrebbero cagionare alcuni effetti spiacevoli, che riguardano il tratto respiratorio superiore. Di certo, è necessario garantire il ricambio dell’aria all’interno della stanza, lasciando le finestre aperte per qualche tempo.

Infine, occorre intervenire sui tessuti a contatto con la pelle del bambino. I pigiamini e/o magliette e pantaloncini devono essere se possibile di cotone, che è per natura molto fresco e traspirante. Tessuti sintetici, per quanto all’apparenza più leggeri, possono interagire malamente con la cute scatenando episodi di sudorazione.

Ovviamente, grande importanza va conferita alle lenzuola e al cuscino. Di nuovo, i materiali devono essere traspiranti, lisci e privi di interlacciature.

Infine, il materasso. Esattamente, anche il materasso può impattare sulla sudorazione. Ne parliamo nel prossimo paragrafo.

Un rimedio semplice e veloce

Ovviamente, il materasso non è a stretto contatto con il corpo. Tuttavia, alcune tipologie all’apparenza d’avanguardia, soprattutto lato articolare, possono causare qualche problema. Il riferimento è soprattutto al materasso memory foam. Genera un particolare sollievo per la schiena, prevenendo disturbi e dolori, ma ha il difetto di “avvolgere” il corpo, impattando negativamente sulla traspirazione. Ciò, a sua volta, causa un aumento della sudorazione notturna.

Per fortuna esiste una soluzione. Stiamo parlando del materasso Switch, che contribuisce a diminuire la sudorazione notturna nei bambini e negli adulti.

E’ un materasso realizzato, tra le altre cose, con l’innovativo tessuto certificato OEKO TEX STANDARD 100, una sorta di cotone organico che garantisce la massima traspirazione. Inoltre, fa a meno del meccanismo Memory Foam, dunque evita di “avvolgere” il corpo. Ciononostante è molto comodo e si adatta alla conformazione della colonna vertebrale.

Il materasso Switch si pone dunque come risorsa a portata di mano, implementabile sempre e comunque.

 

Tosse persistente da reflusso: sintomi, cause e come si cura

L'apparato gastro-intestinale è particolarmente soggetto a diverse condizioni patologiche capaci di precluderne il buon funzionamento e di arrecare notevoli fastidi.
Una di queste condizioni è senz'altro il reflusso gastroesofageo, una delle patologie largamente diffuse, la quale colpisce circa il 20% della popolazione.
Uno dei principali sintomi associati a tale disturbo è la tosse persistente da reflusso: quali sintomi porta, quali sono le cause che la scatenano e quali possono essere i rimedi per cercare di contrastarla?
Cerchiamo di fare chiarezza in merito, fornendo una breve ma dettagliata panoramica e rispondendo a ciascuno di questi quesiti.

Tosse da reflusso: i sintomi

La tosse da reflusso fa parte dell'elenco di sintomi atipici della malattia da reflusso gastroesofageo, condizione di disagio che può arrivare anche a ridurre considerevolmente il sonno notturno e a privare il paziente del giusto riposo, oltre che a fargli trascorrere le ore diurne in modo estremamente travagliato.
Molto spesso, la tosse persistente da reflusso si accompagna con bruciore di stomaco retro-sternale, definito anche pirosi, il quale si manifesta come un fastidio situato nella parte alta dell'addome; oltre a ciò, si può manifestare anche il rigurgito acido, dovuto alla risalita di acidi gastrici all'interno dell'esofago, i quali, data la loro composizione, sono in grado di bruciare ed infiammare le pareti della laringe e della faringe.
Da questo si deduce facilmente che la tosse da reflusso è capace di provocare faringiti, laringiti, problemi respiratori, alitosi, asma, dolore toracico dovuto alle contrazioni muscolari per indurre la tosse, oltre che a disfagia e voce rauca causata dall'infiammazione delle corde vocali.
Tuttavia, quali sono le principali cause della tosse da reflusso?

Tosse da reflusso: le cause

Paradossalmente, la tosse da reflusso è da considerarsi come una misura di protezione e di difesa che il corpo instaura: in che senso?
La risalita degli acidi gastrici provoca la dispersione di goccioline acide che si possono facilmente infiltrare nelle vie aeree superiori, danneggiando le mucose localizzate in quel distretto anatomico e provocando disturbi respiratori; pertanto, l'organismo attiva il meccanismo della tosse per espellere tali goccioline penetrate nelle vie aeree, preservando le mucose respiratorie.
D'altra parte, la tosse potrebbe essere provocata anche da un segnale di impulso scatenato da un riflesso del sistema nervoso parasimpatico, il quale, accorgendosi della risalita dei succhi gastrici nell'esofago, attiva la tosse come riflesso inconscio.
Tuttavia, ulteriori cause della tosse da reflusso sono da ricercarsi anche in pasti abbondanti e nelle ore notturne le quali, il più delle volte, vengono trascorse assumendo una posizione che favorisce la risalita del contenuto acido proveniente dallo stomaco.
Quali sono, pertanto, i possibili rimedi per far fronte all'annosa tosse persistente da reflusso?

Tosse da reflusso: i rimedi

La cura migliore per tale sintomo atipico è la terapia che mira a curare il problema alla base di tale sintomo, ovvero il reflusso gastroesofageo.
Alcune delle strategie terapeutiche più frequentemente adottate prevedono l'utilizzo di anti-acidi, farmaci H2 antagonisti o inibitori della pompa protonica, i quali agiscono sulla produzione dei succhi gastrici curando, nel contempo, le lesioni provocate da essi a carico delle pareti dello stomaco.
Oltre ai rimedi di natura farmacologica, è possibile applicare alcuni accorgimenti nello stile di vita quotidiano per cercare di diminuire la tosse: uno di essi riguarda l'alimentazione.
Infatti, è bene escludere dalla propria dieta alcuni alimenti in grado di alimentare il reflusso, come i cibi grassi, la caffeina o la teina, il cioccolato, le bevande gassate, gli agrumi, i pomodori, la frutta come l'ananas, le pere o le banane e i latticini.
Inoltre, è consigliabile consumare pasti più ridotti, assumendoli sufficiente tempo prima di coricarsi, evitare il fumo e, ausilio molto importante, rivolgersi ad un medico prima di auto-somministrarsi dei farmaci specifici.

Sport e dieta: tutto quello che devi sapere

Lo sport e l'alimentazione sono due aspetti del cosiddetto "vivere sano" che presentano una strettissima collaborazione tra di loro; numerosi studi clinici, infatti, hanno evidenziato che le prestazioni fisiche in qualunque sport sono notevolmente influenzate dal tipo di dieta instaurata.
Pertanto, qual'è un tipo di alimentazione che uno sportivo dovrebbe privilegiare? Quali sono alcuni semplici step che coloro che praticano regolarmente sport potrebbero attuare per vedere una rapida escalation delle loro performance?
Cerchiamo di fare chiarezza in merito a tutto ciò, rispondendo a ciascuno di questi quesiti!

Performance sportive e dieta: l'importanza dell'idratazione

Innanzitutto, va detto che una parte di primissimo piano nella dieta di uno sportivo la possiede la corretta idratazione, aspetto che spesso e volentieri si sottovaluta; perché è importante?
Qualunque sport a cui ci si sottopone comporta un dispendio energetico di variabile entità, la quale è in funzione del livello di sforzo impiegato e del numero di muscoli coinvolti nell'attività fisica.
Di conseguenza, lo sforzo fisico porta con sè la dispersione di liquidi attuata tramite il meccanismo di sudorazione; pertanto, la compensazione di tali liquidi persi tramite la reidratazione è di fondamentale importanza per riottenere un bilancio idrico ottimale, il quale concorrerà nel mantenimento di alti livelli prestazionali soprattutto futuri.
La ricerca scientifica ha evidenziato che è utile assumere circa 500 mL di acqua 30 min prima dell'attività fisica, quantitativo che può variare a seconda della durata dell'allenamento e dello sport.
Inoltre, può essere utile anche assumere degli integratori, come quelli Reduslim, in grado di fornire zuccheri e vitamine necessari per sostenere un intervallo di tempo prolungato di attività sportiva.
Che dire della reintegrazione dei liquidi persi?
Sempre secondo alcuni studi, è bene reintrodurre 0.5 L di acqua per sforzi fisici di moderata entità, 1 L per sforzi intensi e 1.5 L per sforzi di alta intensità.

Sport e dieta: la corretta alimentazione prima e dopo l'attività sportiva

Oltre al giusto quantitativo di liquidi da introdurre e da reintegrare, è importante anche fare attenzione agli alimenti che si assumono prima e dopo l'attività fisica.
Un elemento che non dovrebbe mai mancare nella dieta di uno sportivo sono sicuramente i carboidrati, macro-molecole in grado di far recuperare al meglio i fasci muscolari dall'intensa attività sportiva, grazie alla loro azione stabilizzante a carico delle riserve di glicogeno muscolare ed epatico.
Sono, invece, da evitare assolutamente cibi grassi o estremamente zuccherosi e l'alcool, i quali, oltre a non fornire alcun tipo di nutriente necessario, forniscono calorie non adatte al tipo di alimentazione corretta per uno sportivo.
Prima di sottoporsi ad una sessione di esercizio fisico intenso, è bene consumare pasti ipocalorici, che includano la giusta quantità di carboidrati e proteine, evitando elevate porzioni di cibi grassi o ipercalorici, così come vanno categoricamente evitate cotture troppo elaborate e fritture varie.
Un'altro consiglio sulla dieta dello sportivo riguarda le tempistiche di assunzione alimentare: gli esperti sconsigliano di presentarsi sul rettangolo di gioco o in qualunque campo sportivo con il tratto gastro-intestinale in fase di digestione.
Pertanto, è importante intervallare l'attività fisica con il pasto interponendo almeno un paio d'ore di distanza tra i due eventi.
Che dire, invece, degli alimenti da consumare post-allenamento?
La corretta reintroduzione degli alimenti bruciati sotto forma di calorie durante l'attività sportiva è di fondamentale importanza, in quanto ha il ruolo di favorire il recupero delle scorte di glicogeno consumate.
10-20 g di proteine abbinate a circa 50-60 g di carboidrati sono il giusto mix per compensare le energie perse, così da non affaticare l'organismo e velocizzarne il processo di recupero anche nei giorni successivi all'attività agonistica.

Ciclo mestruale: come cambia negli anni

Il ciclo mestruale è la croce e delizia di ogni donna, l'aspirazione più grande da bambina, la salvezza delle ragazze, la condanna delle adulte e il ricordo lontano nelle over 40. Tante fasi e trasformazioni ma: come cambia negli anni ?

Cos'è il ciclo mestruale?

Innanzitutto bisogna definire con chiarezza cos'è il ciclo mestruale e perché non corrisponde esattamente con il termine mestruazioni: il primo è quell'arco di tempo che va dal primo giorno di una mestruazione fino a quello della successiva mestruazione, circa 28 giorni; le seconde invece sono un momento del ciclo mestruale in cui avviene l'espulsione effettiva del sangue.

Come diventare grande?

Il ciclo nella fase adolescenziale sembra essere un sogno irraggiungibile, quel passo importante che le amiche di scuola hanno già compiuto e che fa sentire inadatte, ancora troppo piccole. L'obiettivo principale tra i 10 e i 15 anni è diventare grande a qualunque costo!
L'arrivo del menarca, o primo ciclo, sembra spalancare la porta di ingresso ad una vita matura, più affascinante senza tener conto però delle scomodità annesse e connesse.
In questa fase il ciclo tende ad essere irregolare perché l'organismo, ed in particolare le ovaie, devono effettuare una sorta di calibratura per accogliere la novità. Questa fase del ciclo mestruale potrebbe portare con sè frequenti nausee, crampi e mal di testa. La durata del primo ciclo mestruale è compresa tra i 21 e i 45 giorni, mentre le mestruazioni variano dai 2 ai 7 giorni. Ricorda che ciclo mestruale e mestruazioni sono due cose diverse!

Ciclo mestruale tra i 20 anni e i 30 anni

In questa fascia di età il ciclo mestruale tende ad essere meno imprevedibile, con flussi e durata regolari, ma non più piacevole perché tenderà ad essere riconoscibile la fase pre-mestruale che spesse volte può riportare sintomi simili alla gravidanza creando non pochi spaventi!
Questa fase tra i 20 e i 30 anni potremmo definirla come una sorta di purgatorio del ciclo, non ci sono troppe irregolarità da dover considerare, salvo che non vi siano particolari problemi di salute o gravidanze.

Ciclo mestruale: cambiamenti dai 40 anni con la menopausa

Abbiamo oltrepassato la fase di "iniziazione", ci siamo poi addentrati in quella centrale, ma ora dobbiamo concentrarci su un'altra scalata ripida stavolta verso la scomparsa del ciclo mestruale.
Alla soglia dei 40 anni noteremo che il ciclo mestruale comincia a cambiare: a volte torna ad essere irregolare, iniziano a modificarsi flusso e durata. Perché tutto questo cambia negli anni?
Il tasto dolente che causa queste alterazioni sono proprio gli ormoni che, se durante le fasi di gravidanza alterano l' umore, anche in questo caso influiscono sulla nostra ovulazione e quindi sul ciclo mestruale. Non è così irreale pensare che il ciclo potrebbe saltare, o essere troppo ravvicinato nelle sue date perché prima della menopausa il nostro organismo passa altre due potenziali fasi:

  • Premenopausa, una via di mezzo tra periodo fertile e menopausa, lungo anche anni in cui ci si avvicina naturalmente alla scomparsa del ciclo
  • Perimenopausa che di solito è un momento di passaggio della premenopausa ,dai 40 ai 45 anni, in cui compaiono i sintomi legati al termine del periodo fertire di ciascuna donna.

Se sei ancora nella fase fertile, maledici giornalmente il tuo ciclo e reputi beate le donne in menopausa, in realtà il ciclo mestruale anche con la sua fine non sempre è così piacevole: vampate, ritenzione idrica, forte sudorazione potrebbero interessare anche chi ha terminato il suo "contratto biologico" con il ciclo mestruale.

Ciclo mestruale: come cambia negli anni

Il ciclo mestruale in fin dei conti è un processo di trasformazione doppio, verso l'interno e verso l'esterno, a volte è un incubo, altre volte una salvezza ma comunque è un meccanismo biologico da non sottovalutare perché talvolta osservare i suoi cambiamenti può indicare il buon funzionamento del nostro organismo!

Servizi essenziali come l’aria che respiri

La progettazione, installazione, manutenzione e la vendita di impianti per la gestione dell’aria negli ultimi anni è diventato un argomento sempre più discusso. Negli ultimi decenni, infatti, numerose aziende mettono la propria esperienza al servizio delle industrie al fine di garantire a quest’ultime i migliori sistemi di areazione possibili.

Il trattamento dell’aria a livello industriale è materia assai complessa, pertanto necessita dell’intervento di professionisti del settore che sappiano garantire il meglio ai propri clienti e soddisfare le loro aspettative scegliendo le soluzioni migliori per ogni esigenza.
Una buona qualità dell’aria e dei buoni sistemi di riscaldamento e raffreddamento di questa, sono di prioritaria importanza per far si che gli operai di una fabbrica possano svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi.

Quali sono i servizi di gestione dell’aria?

La gestione dell’aria può essere scissa in quattro diversi settori:

Per quanto riguarda i sistemi di riscaldamento dell’aria, si può dire sicuramente che è uno tra i principali fattori che garantiscono il benessere degli operatori di una determinata azienda specialmente in inverno. Tuttavia non è affatto facile garantire degli efficaci sistemi di riscaldamento, specialmente nel caso di fabbriche di grandi dimensioni, proprio per via del grande volume degli spazi interessati. D’altra parte poi, c’è da tener conto della componente energetica. Sarebbe infatti uno spreco di non poco conto pretendere di riscaldare ogni singolo angolo della fabbrica anche se non ve n’è necessità, e ciò apporterebbe un conseguente dispendio economico inutile.L’unica prerogativa essenziale in questo caso, quindi, dev’essere assicurare delle temperature ideali ad operai che lavorano per ore e nella maggior parte dei casi rimanendo fissi nella propria postazione.

Ma qual è la soluzione migliore, sopratutto nel caso di fabbriche e capannoni che generalmente presentano soffittature molto alte e che quindi tendono a disperdere il calore?
La soluzione migliore in questi casi, è un sistema di riscaldamento industriale ad irrigamento, basato su un sistema a propagazione di onde infrarosse generate naturalmente da oggetti caldi. Questo ottimizza in maniera assoluta il sistema di riscaldamento, provvedendo a riscaldare solo dove necessario eliminando così sprechi di calore, energia e denaro.

I sistemi di raffrescamento dell’aria hanno di base uno scopo analogo a quelli di riscaldamento. Le eccessive temperature dovute all’impiego di macchinari e tanti altri fattori sono un problema comune tanto quanto temperature troppo basse.
Per ovviare a questo problema, i raffrescatori ad acqua evaporativi sono sicuramente una soluzione consigliata poiché non solo permettono di rinfrescare ampi spazi, ma lo fanno permettendo di lasciare porte e finestre aperte. Essi infatti si basano sullo stesso principio dei sistemi di riscaldamento, ovvero raffreddano solo le zone che lo necessitano.
Questo metodo è sicuramente molto più efficace del sistema di condizionamento dell’aria, poiché fare ciò in ambienti molto grandi richiederebbe non solo una potenza elevatissima, ma anche altrettanto elevati costi.

Tuttavia non è da escludere la climatizzazione anche a livello industriale. Tuttavia come detto precedentemente, questo metodo di raffreddamento dell’aria non si adatta alle esigenze di tutte le aziende, ma solo di quelle che si occupano di lavorazioni di estrema precisione, e che quindi non possono permettersi repentini cambi di temperature per questi porterebbero alla dilatazione o restrizione di materiali o danni di altro genere. Questo può essere il caso di industrie farmaceutiche, sale di metrologia, o fabbriche di assemblaggio di dispositivi elettronici.
Gli impianti di climatizzazione industriale, infatti sono pensati e realizzati per garantire con estrema precisione le temperature prestabilite.

Un fattore essenziale per un’industria è sicuramente la depurazione dell’aria, poichè per quanto non sia possibile non inquinare, di contro è sempre possibile ridurre al minimo l’inquinamento.

Un buon sistema di depurazione dell’aria, infatti può:

    • ridurre l’impatto ecologico e salvaguardare l’ambiente,
    • salvaguardare salute e benessere dei lavoratori,
    • tutelare l’aziendanel tempo, evitando ogni rischio.

L’aria è senza alcun dubbio uno degli elementi fondamentali per la vita di ogni essere vivente al mondo, e componente essenziale per la sopravvivenza del nostro pianeta stesso, ragion per cui affidarsi a dei professionisti è sempre la scelta migliore.
Per maggiori informazioni, visita il sito: https://www.elle3service.it

Cosa prevede la legge: rimozione e bonifica dell’amianto

In Italia, un importante riferimento normativo è la legge numero 257/92, attraverso la quale l’Italia ha accantonato tutti quei prodotti all’interno dei quali è possibile trovare amianto. Nel nostro stato è ormai vietata l’estrazione, l’importazione e la commercializzazione di prodotti contenenti amianto  grazie ad un programma di dismissione che è stato applicato nel momento in cui la legge per i materiali pericolosi friabili è entrata in vigore. All’interno della legge viene specificato che chi deve  dare la comunicazione per cui è presente un materiale pericoloso deve indicare la localizzazione dell’amianto, che sia floccato o in matrice friabile. Operativamente parlando occorre sempre comunicare la presenza di amianto friabile all’azienda sanitaria di competenza per il territorio ( ASL, ATS, USL) che a sua volta deve  mantenere un registro su cui annotare la presenza di amianto friabile sul territorio. Una particolarità della nostra nazione risiede nel fatto che alcune regioni, come la Lombardia, hanno istituito, a proposito della politica sull’amianto, l’obbligo di comunicazione dell’amianto compatto come il fibrocemento presente nelle lastre di coperture.

 

  1. Chi può rimuovere l’amianto?

La legge non obbliga alla bonifica, però questa viene richiesta se il risultato della valutazione del rischio è positivo. Un esito positivo significa che è presente un pericolo rilevante sotto forma di rilascio di fibre e cattive istallazioni. Nel caso in cui si dovesse trovare un sito contaminato, allora occorre contattare un’impresa di bonifica-smaltimento amianto: clicca qui per entrare in contatto con un team di esperti che possa aiutarti nella rimozione di materiali altamente pericolosi. Coloro infatti che sono inscritti nell’apposita categoria dell’albo nazionale gestori rifiuti, istituita nel 2004, sono autorizzati alla rimozione legale e monitorizzata dei rifiuti speciali: nessun altro è nelle condizioni di svolgere questa attività se non è iscritto in questa categoria.

 

  1. I costi e gli incentivi

I costi impiegati per la rimozione dell’amianto possono dipendere da tantissimi fattori, dalla tipologia di intervento, dalle condizioni dei manufatti ma, anche e soprattutto, dalle condizioni dell’intervento: se all’aperto o al chiuso. Nella situazione per cui il materiale è friabile, è necessario segnare un confine, che possa permettere di presupporre i costi fissi. Se allo smaltimento si aggiunge la bonifica allora i costi aumentano, così come aumentano proporzionalmente alle dimensioni dell’area da riqualificare. Esistono a tal proposito dei prezziari regionali che permettono di orientarsi: si può andare dai 7 euro fino ai 15 euro per metro quadro, anche se il costo è sempre indicativo.