Lo zinco è molto più di un semplice minerale; è un vero e proprio orchestratore biologico, essenziale per oltre 300 reazioni enzimatiche. Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha approfondito il suo ruolo, andando oltre il noto supporto al sistema immunitario, rivelando nuove e promettenti applicazioni, in particolare in relazione a infezioni virali, salute mentale e metabolismo.
L’Impatto sul Sistema Immunitario: Oltre il Raffreddore
Il ruolo dello zinco nel potenziamento delle difese immunitarie è consolidato: è cruciale per lo sviluppo e l’attivazione dei linfociti T e per modulare la risposta infiammatoria. Le nuove evidenze hanno intensificato l’interesse sul suo potenziale in contesti di emergenza sanitaria.
Zinco e Infezioni Virali (COVID-19)
Durante la recente pandemia, numerosi studi hanno esplorato la correlazione tra lo stato di zinco individuale e la vulnerabilità a infezioni come il SARS-CoV-2.
- Azione Antivirale: La ricerca in vitro ha suggerito che lo zinco può esercitare un effetto antivirale diretto, inibendo la replicazione di alcuni coronavirus.
- Fattore Protettivo: Sebbene l’integrazione ad alte dosi come trattamento terapeutico non abbia mostrato benefici universali nei pazienti COVID-19 non carenti, la ricerca ha rafforzato l’idea che un’adeguata concentrazione di zinco sia fondamentale a livello preventivo, soprattutto nelle popolazioni più fragili (anziani, immunodepressi), per mantenere un equilibrio immunitario ottimale e ridurre il rischio di complicazioni.
L’integrazione, spesso in sinergia con la Vitamina C e la Vitamina D, continua a essere raccomandata per supportare le difese naturali, ma la cautela sul dosaggio rimane alta, ribadendo l’importanza di non superare i livelli massimi tollerabili (UL) stabiliti dalle autorità sanitarie.
Nuove Frontiere: Metabolismo e Benessere Cerebrale
Le scoperte più recenti evidenziano un coinvolgimento dello zinco ben oltre la mera funzione immunitaria:
- Regolazione Glicemica e Diabete Mellito
Lo zinco gioca un ruolo chiave nel metabolismo del glucosio. È necessario per la sintesi, l’immagazzinamento e il rilascio di insulina da parte del pancreas. Studi recenti e metanalisi hanno indicato che l’integrazione di zinco può:
Migliorare l’omeostasi del glucosio e la sensibilità all’insulina in pazienti con diabete di tipo 2.
Contribuire al miglioramento del profilo lipidico (colesterolo e trigliceridi), riducendo il rischio di complicazioni cardiovascolari associate al diabete.
In alcuni casi, favorire la guarigione delle ferite (come il “piede diabetico”) grazie al suo ruolo nella riparazione dei tessuti.
- Salute Mentale e Funzione Cerebrale
Il cervello è l’organo con la più alta concentrazione di zinco, dove agisce come un neuromodulatore.
Depressione e Psicosi: Nuove ricerche suggeriscono un potenziale ruolo terapeutico dello zinco. È coinvolto nella modulazione dei recettori NMDA, influenzando i segnali di comunicazione neuronale essenziali per la plasticità sinaptica (apprendimento e memoria). La carenza di zinco è stata correlata a un peggioramento di alcuni disturbi psichiatrici, rendendo la sua integrazione una promettente strategia aggiuntiva per migliorare l’umore e le funzioni cognitive.
Il Giusto Approccio all’Integrazione
Data la crescente attenzione scientifica, gli integratori di zinco sono diventati popolari. Tuttavia, è essenziale ricordare:
- Priorità alla Dieta: Le fonti alimentari (ostriche, carne rossa, semi di zucca, legumi) sono il modo migliore per raggiungere l’apporto giornaliero raccomandato (∼8−12 mg/die per gli adulti).
- Attenzione al Dosaggio: La supplementazione è particolarmente utile in caso di carenza accertata o per categorie a rischio (vegani/vegetariani, anziani, atleti). È cruciale non eccedere i 40 mg/die per evitare effetti collaterali (nausea, carenza di rame).
- Formulazione: La forma chimica (gluconato, picolinato, citrato) può influenzare l’assorbimento. Spesso è consigliata l’assunzione ai pasti per migliorare la tolleranza.
Lo zinco si conferma un micronutriente di vitale importanza, e le nuove scoperte ne ampliano il campo d’azione, consolidando la necessità di un suo apporto ottimale per la salute globale.














